
Twitch è guerra alle fake news, Instagram chiude le sue app satellite, YouTube spinge i video podcast, Twitter avvia il roll out della suite e-Commerce
Twitch si schiera pubblicamente contro le fake news

Twitch è guerra alla disinformazione e a chi la promuove sulla piattaforma che rischia ora il ban a tempo indeterminato. Da quando la piattaforma di proprietà Amazon ha esteso il suo raggio d’azione anche ad altri campi, è risultato necessario migliorare gli standard di rispetto delle community che abitano Twitch.
Da qui la decisione di comunicare nuovi provvedimenti in questi ultimi giorni atti a limitare:
- lo spamming
- la condivisione di informazioni false e non fondate
- il proliferare di informazioni ampiamente smentite da fonti autorevoli
I vertici di Twitch hanno rilasciato anche una lista di ambiti particolarmente esposti alla disinformazione e che saranno oggetto costante di monitoraggio e tutela attraverso sanzioni specifiche:
- disinformazione circa le categorie protette
- disinformazione in ambito medico-scientifico, con particolare attenzione alla questione covid-19
- disinformazione promossa da ideologie complottiste connesse alla violenza e alla sua promozione
- disinformazione di natura civica e sociale
Per consentire agli admin di stabilire se la presenza di un utente risulti dannosa, sarà possibile inviare una mail a [email protected], specificando nome dell’account e allegando eventuali prove a carico.
Dopo IGTV, Instagram saluta Boomerang e Hyperlapse

Il social network di proprietà di Meta continua a fare le pulizie di stagione. Dopo la chiusura di IGTV, anche Hyperlapse e Boomerang sono sparite dai vari app-store. Due app con livelli di fortuna differenti, tant’è che solo una delle due continuerà a sopravvivere attraverso quella principale.
A differenza di Hyperlapse, suite per la produzione di video time lapse dalle qualità elevate (lanciata nel 2014, ma mai in tendenza), Boomerang è rimasta integrata nell’app Instagram. D’altronde, il simpatico effetto che dava il nome all’app è fra i primi che hanno reso popolare la piattaforma social ormai di Meta.
L’ultima app a resistere al di fuori della main suite di Instagram è Layout, strumento che ha la funzionalità di creare collage fotografici. Questione di tempo, probabilmente, perché anche questo tool è già incluso nella piattaforma. Una visione, quella che rivela il futuro del social network in questione, più centrata verso l’uso di un’app unica e idealmente più smart.
Youtube torna a spingere sui video podcast

Youtube decide di investire di nuovo in modo importante sul podcasting. La nota piattaforma di media sharing si apre al mondo dell’audio entertainment, o meglio si riapre. Secondo la notizia riportata da Bloomberg, infatti, Youtube ha subito perdite rilevanti di creator negli ultimi anni che hanno scelto di spostarsi su piattaforme differenti (in particolare Spotify) per produrre i loro contenuti con formati più smart come il podcast. È per questo che il colosso web di proprietà di Google ha avviato una strategia senza eguali per riportarli indietro.
Si parla di offerte economiche sui generis per convincere i creator e produttori a convertire i loro audio show in video podcast. Dai 50mila per creator a 300mila dollari per i network che già si occupano di podcasting ed offrono contenuti editoriali a terzi. Strategia, quest’ultima, sulla falsa riga dei piani di Spotify che proprio lo scorso dicembre ha acquisito le prestazioni dell’australiana Whooshkaa, nota per le sue grandi audio production.
Una delle grandi sfide, infatti, consiste nel proporre contenuti che nascono per solo audio su una piattaforma che distribuisce video. L’obiettivo di Youtube, in questo senso, è quello di affidarsi ad hub che si occupino di favorire questa conversione, con immagini create ad hoc per gli audio show. Un potenziale mercato d’avanguardia, aperto anche a configurazioni come il motion graphic design.
Anche Twitter (come già Amazon o Clubhouse) si sta muovendo in questa direzione, lavorando sotto traccia ad una nuova funzionalità connessa alla produzione di podcast. L’impressione è che la maggior parte delle piattaforme social si stia muovendo in direzione di un contenuto come il podcast, di facile fruizione e appetibile sotto molteplici aspetti, tra cui quello economico.
Twitter fa sul serio: nuove funzioni per l’e-Commerce

Novità importanti in casa Twitter lato e-Commerce. Proseguono da qualche mese i test sul modulo shop del social network americano, ma ora sembra si voglia fare sul serio. In collaborazione con diversi marchi blasonati, l’azienda di Dorsey ha aperto “Twitter shops”, la nuova opzione che consente ai profili aziendali di vendere i propri prodotti direttamente dall’app o di facilitare il legame con siti privati.
Un’evoluzione dello Shop Module (presentato a luglio 2021) che comprende diverse modifiche dal punto di vista estetico e user-friendly. La prima importante novità risiede nel “pulsante” CTA che va letteralmente a rinnovare l’interfaccia della piattaforma. Esso collega i profili al loro shop direttamente in-app, ma la funzione più interessante sta nel portare gli utenti in una galleria che mostri contenuti con prodotti in primo piano, associati a link esterni. Una vetrina digitale.
L’obiettivo di Twitter è sia facilitare l’esperienza delle aziende che scelgono questo social come suite comunicativa sia aumentare l’attività sull’app attraverso una produzione massiccia di contenuti (nel 2021 Twitter ha rilevato il minor numero di contenuti creati, a livello mondiale, sin dalla sua nascita).
Un do ut des che spingerebbe gli utenti ad acquistare o venire a conoscenza di prodotti direttamente sull’app, semplificando ulteriormente la permanenza di più configurazioni di profili. Twitter Shops è già disponibile negli USA per una serie di aziende, anche se in fase ancora sperimentale. Tuttavia non passerà molto tempo prima che questa nuova funzione possa sbarcare anche in Europa.

Content Manager & Podcast Specialist di Magilla, speaker radio, aspirante editor e tutto ciò che non so di essere.
